Se raffiguriamo la cellulite con una espressione matematica potremmo indicarla come:
( grasso + acqua ) – muscolo = cellulite.
Partendo da questa formula appare chiaro quali siano le componenti, che vanno studiate e di cui va valutata l’incidenza nel tipo di cellulite, che dobbiamo affrontare. Perché è ormai risaputo che non vi è una cellulite ma vi sono diversi tipi di cellulite, che si differenziano proprio da quanto incidono le diverse variabili indicate nella formula.
Non è pensabile, dunque, trattare la cellulite allo stesso modo né pensare di utilizzare lo stesso apparecchio terapeutico o la stessa crema o gli stessi integratori e neanche fornire identiche strategie nutrizionali. In questi casi si va incontro ad una percentuale altissima di insuccessi terapeutici.
Al contrario, se si individuano e si curano le basi su cui poggia la patologia cellulitica, i risultati possono essere davvero sorprendenti e, in alcuni casi, sono del tutto sovrapponibili a quelli che si possono ottenere con la chirurgia. [Stamegna 2008 ]
La cellulite è una MALATTIA che interessa l’ipoderma , un tessuto di natura prevalentemente adiposa posizionato tra il derma e lo strato muscolare sottostante di alcune particolari regioni anatomiche specie femminili.
Sebbene le regioni più notoriamente interessate siano quelle che vanno dalla vita in giù, non è raro trovare la cellulite nella regione addominale mesogastrica e nella regione del tricipite brachiale ( la parte posteriore del braccio, per capirci).
In queste regioni, la cellulite si rende manifesta con il tipico aspetto “a buccia d’arancia” della cute ed è dovuta alla presenza nello strato sottocutaneo di un aumento del numero e delle dimensioni delle cellule di grasso localizzate al di sotto del derma.
Al tempo stesso, le regioni interessate dalla cellulite presentano una riduzione del tono della muscolatura sottostante e una riduzione della vascolarizzazione locale per patologie del microcircolo venoso e linfatico ma anche come conseguenza del minor tono muscolare della regione interessata.
La ridotta vascolarizzazione dello strato muscolare posizionato subito al di sotto della componente adiposa responsabile della cellulite è una delle cause più importanti della sua comparsa: la riduzione della vascolarizzazione comporta un ridotto apporto di sangue e con esso di ossigeno, di nutrienti e di ormoni, che con il sangue viaggiano. Per questo motivo, le regioni interessate dalla cellulite rispondono poco all’azione lipolitica stimolata da una corretta alimentazione o dieta.
Nonostante le varie ipotesi sulla genesi della cellulite, quello che è ormai accertato è che la cellulite è una malattia a carattere evolutivo, che si sviluppa su un terreno costituzionale predisposto da caratteristiche anatomiche, ormonali e metaboliche, sulle quali agiscono eventi scatenanti come l’alimentazione errata, la sedentarietà, le patologie venose e alcune terapie farmacologiche, specie ormonali. Le pazienti interessate da cellulite presentano spesso anche problemi circolatori, ed è spesso presente una condizione di anemia sideropenia (carenza di ferro) peggiorata da un apporto di ferro alimentare decisamente insufficiente. E’ inoltre spesso presente anche ipotensione arteriosa (pressione bassa).
Pertanto il trattamento della cellulite non deve essere solo l’effimera ricerca di vedersi più belle ma vi è la necessità di interrompere un circolo vizioso, che sulle prime si evidenzia come inestetismo ma che alla lunga è in grado di minare la salute complessiva dell’organismo.
Le caratteristiche comuni alle donne con cellulite essenzialmente sono:
- da sempre a dieta con perdite di peso seguite da nuovi aumenti ponderali
- razza bianca, in particolare le popolazioni del nord
- praticano scarsa o inadeguata attività sportiva
- distribuiscono male le calorie giornaliere con eccessi spesso serali
- eccedono spesso nel consumo di alcolici
- presentano stress da situazione famigliare o relazionale
- carenza di gratificazione sessuale con eccessi alimentari riparatori
- perdita di energia e stanchezza cronica
- disturbi del sonno
- aumento del colesterolo e dei grassi nel sangue
- assumono la pillola anticoncezionale
- uso di indumenti stretti e abitudine di accavallare le gambe
- tabagismo
- avvertono un forte bisogno di carboidrati e zuccheri semplici (sintomo di stress)
- hanno una riduzione della massa muscolare e un aumento della massa grassa
- hanno problemi di circolazione e di ritenzione
- soffrono di problemi intestinali (gonfiore, stitichezza, colite)
- sono anemiche e ipotese
- presentano spesso ridotti livelli di ormoni tiroidei in circolo.
Ricordiamoci che una ragazza con cellulite avrà per sempre la tendenza ad avere la cellulite; quello che potrà fare è mantenerla sotto controllo, ridurla al minimo con l’aiuto di uno stile di vita congruo e di terapie specifiche e di non farla evolvere in quadri più gravi.
La fase precoce è quella edematosa, in cui prevale il ristagno di liquidi a livello tissutale e la cellulite si apprezza solo all’ispezione obiettiva durante la pressione digitale; può essere presente gonfiore e pesantezza degli arti inferiori; in questa fase, se ben trattata, la cellulite scompare… ma bisogna intervenire tempestivamente, senza rimandare.
Il problema si fa più ampio quando si entra nella fase fibrosa o nel II stadio poiché il problema ha già coinvolto il tessuto adiposo dell’ipoderma: la cellulite è visibile con la classica “buccia d’arancia”: il ristagno di liquidi e la cattiva circolazione producono un rigonfiamento adiposo (adiposità cellulitica); a questo punto si formano piccoli noduli e il tessuto connettivo di sostegno perde elasticità e diventa più rigido.
Vi è poi il risultato finale del processo di degenerazione tessutale, o III stadio. I noduli diventano più grossi, si induriscono e cominciano ad essere dolorosi. La pelle presenta avvallamenti e gonfiori evidenti, che le conferiscono il cosiddetto aspetto “a materasso”.
Per il trattamento della cellulite sono state di volta in volta proposte molte terapie (mesoterapia, presso terapia, ecc.) Pensare che ognuna di esse possa essere miracolosa è senz’altro sbagliato e la speculazione commerciale che segue la patologia è a livelli che spesso rasentano il ridicolo e l’assurdo, con il solo scopo di attenuare gli inestetismi della cellulite per poi rivederne la comparsa o addirittura il peggioramento dopo pochi mesi, con conseguente delusione e non troppo di rado il portafoglio assai più leggero.
Per quanto riguarda la fitoterapia e la medicina psicosomatica i risultati sono spesso apprezzabili non solo in ordine di inestetismo ma quanto in relazione alla terapia della patologia vera e propria.
La migliore terapia è quella che associa alla soluzione del problema prettamente medico anche quello psicologico, poiché di fatto la cellulite altro non è che linfa vitale bloccata, femminilità ed Eros trattenuto, sofferto o addirittura sacrificato. Il che si esprime con una rinuncia alla propria carica seduttiva spesso compensata da comportamenti compulsivi e ossessivi.
La fitoterapia, invece, basa la terapia sul terreno neuroendocrino della paziente, fornendo prima di tutto regole igienico-dietetiche e correzione dei vari fattori di rischio presenti, onde supplire a tutte le carenze di vitamine, oligoelementi e sali minerali. Si avvale molto spesso dell’associazione con il massaggio specifico (linfodrenaggio) integrato dall’applicazione di tinture madri, specie di edera, oltre che di bagni tiepidi con oli essenziali che di caso in caso possono essere di limone, menta, cipresso, ginepro, salvia, rosmarino o pino.
Per quanto concerne invece la terapia interna ottimi risultati si ottengono con il Pungitopo in estratto secco, con l’estratto di gambo d’Ananas e con l’estratto secco di Ginkgo biloba.
Nei casi più avanzati sono molto utili la Centella asiatica, l’Ippocastano e il Carciofo oltre che la Gramigna e il Capsico (peperoncino rosso).