E’ la sindrome del rientro, quella che colpisce, secondo i dati Istat, un italiano su dieci. E’ una fonte di disagio psicofisico, con sintomi di natura ansioso-depressiva, che coglie dal ritorno dalle vacanze e che ha come sintomi stanchezza, astenia, disturbi a carico del sonno, debolezza muscolare, irritabilità, paura di non essere all’altezza nello svolgimento dei semplici compiti quotidiani, difficoltà a concentrarsi.
Durante il periodo di vacanza si cambiano le abitudini e quindi l’organismo fa fatica a riabituarsi ai vecchi ritmi che la vacanza aveva fatto accantonare. Così pure nei primi giorni di ferie si fa fatica ad entrare nello stato di rilassamento. La differenza è che l’ingresso in vacanza dà la possibilità di entrare in una situazione piacevole, mentre il rientro nei ritmi della quotidianità non sempre è così piacevole. Un fatto curioso a proposito del post vacation blue è la durata della vacanza: più è breve e meno facilmente si ha il problema della sindrome del rientro, più è familiare il luogo dove si va in villeggiatura e minore saranno i sintomi della sindrome. Invece, più prolungato è il tempo lontano dalla routine più facilmente si può andare incontro a quell’effetto che si definisce come effetto wash out, cioè il timore di non essere più efficienti e all’altezza come lo si era prima delle vacanze.
Per affrontare il rientro in maniera adeguata, bisogna utilizzare una serie di strategie che sono date anche solo dal semplice rientro in routine in maniera graduale, l’accettazione dei sintomi, concedendosi il tempo necessario per tornare in forma e mantenendo pensieri positivi. Inoltre è importante ritagliarsi del tempo da poter dedicare alle proprie cose che gratificano e che alleviano la routine del quotidiano, si potrebbe inserire l’attività fisica all’aria aperta, ottimo antistress, che mantiene gli effetti benefici della vacanza sia sul piano fisico che psichico. C’è comunque da considerare che la sindrome del rientro è passeggera, tende ad esaurirsi con l’effetto benefico del riposo vacanziero. La vacanza comunque è importante perché rinsalda i legami importanti della propria vita e dà “nutrimento” alle relazioni, aspetto da non sottovalutare, in quanto elemento importante nella vita di ciascuna persona. Il tempo della vacanza dà la possibilità di dedicarsi a noi stessi ed ai nostri cari.
Studi condotti su persone che fanno vacanze regolari e soggetti che non le fanno, hanno evidenziato che i coloro che “staccano la spina” sono più protetti dalle forme depressive (studio del 2005 dal Marshfield Clinic di Wisconsin) e dalle malattie cardiache, con una riduzione, del rischio di infarto e di morte di quei soggetti che non vanno in vacanza. E come dice Frank Farley, PhD , importante psicologo clinico, professore alla Temple University di Philadelphia, ed ex presidente della American Psychological Association, “Le vacanze non sono banali”.
Oltre a queste semplici strategie, è possibile lavorare anche attraverso l’alimentazione sana e leggera, utilizzando la stessa come fonte di disintossicazione ed inoltre ci si può far aiutare dal mondo della medicina integrata con l’utilizzo di rimedi omeopatici, integratori o floriterapici, in modo da favorire la totale performance del soggetto che è in fase di stress e di rischio di abbandono del normale ritmo fisiologico.
Diversi sono i rimedi che di solito consiglio. Sono comunque sempre in funzione della persona che mi trovo di fronte con tutto il suo bagaglio sia genetico che personale. Qua di seguito solo un accenno per non rischiare di suggerire rimedi che non hanno nulla a che vedere col soggetto che sta leggendo il suddetto articolo. Nux vomica per la stanchezza psicofisica e l’irritabilità, ma anche Ignatia amara per lo stato di ansia che serra la gola; fra i rimedi floriterapici, Walnut per l’eccessiva sensibilità al cambiamento, Clematis per rimanere concentrati in ciò che si sta facendo.
E a tutti un augurio di ottima ripresa anche con un pizzico di ironia!